“Quasi tutti pensavano fossimo pazzi”. Così Carlo Crocco, presidente della MDM, ricorda il giorno in cui gli Hublot debuttarono alla Fiera di Basilea, nel lontanto 1980. Aveva 35 anni, Carlo Crocco, sufficientemente maturato per la necessaria epserienza e ancora abbastanza giovane per lanciarsi in un’avventura stilistica e tecnica così insolita come quella dell’orologio oblò. “C’è chi ama Hublot e chi non lo capisce assolutamente”: questa peculiarità si è subito palesata nell’accoppiamento “sacrilego” fra oro e caucciù, e tale è rimasta negli anni. Ancora oggi questi modelli attraggono infatti “palati” che amanao l’esclusività. Ma non è una ricerca di novità fine a se stessa, perhcè alle comodità del caucciù si unisce l’elevata resistenza di questa particolare gomma naturale, che garantisce una durata decisamente superiore a quella dei cinturini in classica pelle; anche la chiusura a double déployabte è divenuta col tempo un classico, tanto da essere adottata da numerose altre Maison. Così ormai universalmente riconosciuto è il fascino particolare dell’italianissimo design, che dona all’Hublot la forte personalità di un nuovo classico dell’orologeria da polso.